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Alla fine del secolo scorso due avventurosi personaggi piemontesi, affascinati dal paesaggio e dall'abbondante selvaggina, giunsero nella piana di Alghero. Dall'incontro tra l'ingegner Erminio Sella, nipote del famoso statista Quintino, e l'avvocato Edgardo Mosca prese vita l'idea di trasformare quel selvaggio e suggestivo suolo, fino ad allora destinato solo alla pastorizia, in una straordinaria terra da vino. E' quindi da oltre 100 anni che, permeata dalla calda atmosfera del Mediterraneo, l'isola di Sardegna ospita a nord di Alghero, nella località "I Piani", le verdi distese delle Tenute Sella & Mosca. La più importante realtà vitivinicola sarda si estende su un'area di 650 ettari di cui 500 coltivati a vigneto. L'azienda è dedita alla produzione di vini di pregio, che ottiene con uve selezionate, coltivate e raccolte nelle proprie tenute. La sua "carta dei vini" comprende, fra gli altri, i rossi Cannonau, Cannonau Riserva, Marchese di Villamarina, Raim, Tanca Farrà, Terre Rare e Medeus, i bianchi La Cala, Le Arenarie, Monteoro, Terre Bianche, Torbato e Vermentino, i rosati Oleandro e Rosè di Alghero, il liquoroso Anghelu Ruju, il passito Monteluce, lo spumante Brut di Torbato ed il novello Rubicante. A chi visita le Tenute Sella & Mosca rimangono impresse nella memoria la realtà e le sensazioni di una storia centenaria, espressione della volontà di preservare i valori in cui crede l'azienda: la cultura e la vocazione di produttori di vino. Raggiungere le Tenute Sella & Mosca è facilissimo: l'ampio ingresso è situato a 8 km. da Alghero lungo la strada provinciale 42 dei Due Mari in direzione Porto Torres, subito dopo la Necropoli di Anghelu Ruju e a soli cinque minuti dall'aeroporto. Fra i vigneti, percorrendo il lungo viale costeggiato da oleandri, si raggiunge il cuore delle tenute. Sulla piccola piazzetta centrale si affacciano, immersi nel verde, gli edifici più caratteristici e la chiesetta dedicata alla Madonna dell'Uva. Nei primi anni delle sua attività Sella & Mosca si impegnò nell'attività vivaistica e contribuì alla ricostruzione dei vigneti devastati dalla fillossera. A questo scopo fu realizzato il "cantiere forzatura", una speciale serra in muratura destinata alla produzione di viti innestate su portainnesti resistenti al temibile insetto. L'edificio ora ospita l'enoteca, l'auditorium ed un piccolo museo.
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