Interessante la visita alla cripta secentesca
Porto Torres - Basilica romanica di San Gavino Eretta in stile romanico nella seconda metà dell'XI sec. dalle maestranze pisane chiamate da Comita Re e Giudice di Torres, la Basilica è parte del complesso monumentale di Monte Agellu, tesoro culturale definito dalla Pontificia Accademia di Archeologia Cristiana, tra i più rilevanti siti archeologici e storico-religiosi, nonchè il più imponente monumento romanico della Sardegna e uno dei più grandi d'Italia, essa misura ben 58,26 m. di lunghezza e 17,36 di larghezza. Esistono resti di altre due chiese, una datata V sec. e l'altra del VII secolo; nelle due piazze adiacenti la Basilica, chiamate Atrio Metropoli e Atrio Comita, altri scavi hanno riportato alla luce belle tombe mosaicate ed affrescate, una cisterna bizantina e altri notevoli monumenti archeologici. Antica Cattedrale del Giudicato di Torres fino al 1441, trasferito poi a Sassari, la chiesa è priva di facciata, presentando due absidi contrapposte; l'interno è diviso in tre navate, separate da due colonnati per un totale di 22 colonne e sei coppie di pilastri cruciformi. Colonne e capitelli provengono dalle rovine di Turris Libisonis, e quindi appartenute a templi romani e altri edifici dell'unica colonia romana della Sardegna. L'originalità dell'impianto è inoltre rappresentato dalle fiancate che si sviluppano gonfiandosi con ingresso collocato sul lato meridionale, portale gemino (XV sec.) di gusto catalano, e gigliato sul lato opposto. Interessante la visita alla cripta secentesca, ampia quanto la navata centrale, ottenuta dopo importanti scavi serviti a riportare alla luce le reliquie dei Santi Gavino, Proto e Gianuario, a cui è dedicata la Basilica, martirizzati nel 303 sotto gli imperatori romani Diocleziano e Massimiliano. Sono presenti nella cripta cinque preziosi sarcofagi dei secc. II-IV appartenuti a Turris Libisonis, un sarcofago medievale, resti della chiesa del V sec., cinque statue in marmo di Carrara settecentesche attribuite allo scultore genovese Giacomo Antonio Ponzalelli e altre dodici di ottima fattura, più tarde, in terracotta smaltata. Attorno alla Basilica si sviluppano le Cumbessias, cioè case dei pellegrini, utilizzate sino a qualche secolo fa per accogliere le numerose persone che giungevano da ogni parte della Sardegna per i festeggiamenti dei Martiri. Quelle case, risalenti al 1500-1600, grazie ad un opera di ristrutturazione in occasione del Grande Giubileo dell'Anno 2000, offrono oggi accoglienza a pellegrini e visitatori durante tutto l'anno. Anche oggi la festa patronale è nota in tutta l'isola, riportando in auge alcuni antichi riti legati alla vocazione marinara ed agricola della popolazione turritana con la sagra del pesce e la benedizione del mare; con essa si da inizio alle manifestazioni estive, culturali e sportive. (Informazioni: tel. 333 806.13.82-348 899.68.23-347 400.12.88; accoglienza tel. 079 514.678-514.149)
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